Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione è un monologo che intreccia memoria personale, crisi ecologica e coscienza collettiva.
La voce di Noemi si fa eco delle specie scomparse, dei legami spezzati, della fragilità umana davanti all’irreversibile. In bilico tra urgenza e poesia, il racconto diventa rito, elegia e richiamo all’empatia: una riflessione lucida e necessaria sull’estinzione, non solo biologica, ma anche emotiva, sociale, spirituale.
di Miranda Rose Hall
regia Mirko Corradini
con Beatrice Festi
Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione è assieme un urlo di terrore e un inno alla vita. Un monologo che la giovane protagonista trasforma in un rito collettivo: un lamento che ci ricorda come la morte di uno equivalga alla morte di tutti. Il racconto di Noemi comincia dalla nascita della vita sulla Terra per proseguire attraverso la lunga sequenza delle specie che sono state cancellate dalla storia, fino a mostrare come negli ultimi duecento anni gli esseri umani abbiano prodotto cambiamenti talmente decisivi nell’ecosistema da condurli sull’orlo della più grande estinzione di massa della storia; o, più precisamente, abbiano lasciato che alcuni di loro – europei, bianchi, ricchi – colonizzassero il globo ai danni dell’ambiente e dei loro stessi simili di diversa provenienza etnica o sociale. Quest’opera è un’occasione per fermarci a riflettere su cosa significhi davvero «scomparire»; e per capire come riuscire a prenderci ancora cura l’uno dell’altro, quali alberi di una stessa grande foresta.